mercoledì 9 ottobre 2013

Castel San Vincenzo. Madonna delle Grazie con San Eleuterio e San Francesco di Paola

Edicola Sacra
Comune di Castel San Vincenzo (Isernia)
Loc. Campo
Nota: Il quadro dipinto ad olio, Madonna delle Grazie con San Eleuterio e San Francesco di Paola (Cappellina)














 
 
 
La Cappella intitolata a San Eleuterio
In località Campo, dove oggi sorge la minuta e solitaria chiesetta dedicata a Santa Maria delle Grazie, un tempo si elevava un'altra cappella repustre intitolata a San Eleuterio.

Vescovo di Tornai, Eleuterio fu tra i primi evangelizzatori del popolo dei Franchi. Il culto del Santo francese potrebbe essere giunto a San Vincenzo tramite i monaci di origine franca che rivolgevano al santo una particolare devozione. Ma con il passare dei secoli di San Eleuterio e della sua chiesetta ormai crollante non restava che il ricordo. Uno manoscritto del dottor Giuseppe Maria Martino riporta nei dettagli notizie sulla Cappella tratte dall'inventario, datato 1729, deo beni della Chiesa di Santo Stefano. "Converta a tetti" e con pavimento "matonato", la Chiesetta al suo interno custodiva un "... quadro pittato a fresco, con le figure da sopra della beatissima Vergine delle Grazie e dalli lati la figura di San Eleuterio, San Francesco di Paula e dalli altri lati anco dirimpetto similmente pittato a fresco le figure di San Giuseppe e San Liborio ...".

Semplice l'arredo fatto solo di quattro candelabri, tre tovaglie di "tela sottile" e un crocifisso, ma questa Cappellina era destinata, anche dopo la sua scomparsa, ed essere ricordata per lo stretto legame che la univa alla devozione che gli abitanti di Castel San Vincenzo (un tempo San Vinceczo e Castellone) e dei paesi limitrofi dedicavano alla Madonna delle Grazie. Nel citato documento si parla anche di don Alessandro Iannotta che nel suo testamento "legava una messa perpetua a l'anno letta nel giorno di Santa Maria delle Grazie, che viene ogni anno alli due di luglio".
Nel 1843 il sindaco e il parroco di Castellone rivolgono una richiesta all'abate di Montecassino perché conceda il permesso di costruire una nuova cappella di fronte all'ormai cadente chiesa dedicata a San Eleuterio. Approvata la domanda, si affidava al parroco don Carlo Giampaolo a licenza di poter benedire la prima pietra per la nuova costruzione. Al reverendo si deve la conoscenza di particolari altrimenti andati perduti in quanto annotava "per memoria posteri" i vari accadimenti e cosi scriveva il 24 giugno 1843: " I cittadini di questa terra di Castellone, vista l'antichità per la quale andava crollando la Chiesolina sotto il titolo di San Eleuterio, sita nel luogo di detto Campo, e volendo per loro devozione erigere un nove" o tempo alla Beatissima Vergine delle Grazie, che era similmente scolpita nella cadente Cappellina; così oggi stesso io qui sotto scritto parroco di questa matrice chiesa di Santo Stefano Protomartire, ottenuto da superiori il debito permesso ho fatto la benedizione della prima pietra angolare, per la costruzione della nuova Cappella fondata dirimpetto la cadente ..."

I lavori per costruzione della nuova cappella durarono oltre un decennio sostenuti dalle elemosine della comunità, nonostante in quel tempo versasse in condizioni piuttosto miserie.

L'inaugurazione della nuova Chiesa
Una descrizione dai toni poetici, che fa rivivere nei dettagli la giornata dell'inaugurazione della cappella della Madonna delle Grazie, é stata lasciata dal sacerdote don Alessandro Martino, che nel suo scritto fa trasparire la sua emozione personale e quella corale di una comunità.
Il sacerdote scrive: "Nell'anno 1855 spuntava il sesto giorno del mese di maggio (...) le pallide stelle si spensero e le volte del cielo furono viste del più ridente azzurro." Tutta la gioia del popolo esultante si spandeva nella vallata fra i colpi dei mortaretti mentre la processione procedeva dalla Chiesa madre di Santo Stefano al "nuovo tempietto". Ancora parole dal timbro sentimentale accompagnato la descrizione fatta dal parroco Martino: ".. In andando era bello sentire echeggiare quei canti dalle valli e colline che fiancheggiavano la via che si percorreva. Era assai romantico vedersi quei pastori che il di innanzi suonavano all'ombra di un albero di quei poggi, precedere tutta quella moltitudine intonando le zampogne .... Dall'alto del Colle udiva la squilla della piccola campana, quasi ad animare gli affaticati dall'erta a congiungersi a quelli che già avevano toccato la cima. Oh! Quanto era bello da quella sommità vedere da tutti i lati accorrere torme di peregrini dai limitrofi comuni! Quanto era bello l'apparire della bianca chiesetta! ...".
Un'emozione lontana nel tempo fermata in appunti perché "non andasse perduta tra il turbine de' secoli", un'emozione che si rinnova, anche se molto é cambiato nelle abitudini e nella cultura attuale, ogni volta che il due di luglio la Madonnina dal dolcissimo volto viene accompagnata, da una folla devota in processione, dalla chiesa di Santo Stefano alla sua Cappelletta ripestre che per un anno intero attende il suo arrivo.
 


1858 - LOURDES - 2008
IN OCCASIONE DEL RESTAURO REALIZZATO DALLA
COMUNITA' MONTANA "DEL VOLTURO", COMMISSARIO DOMENICO DI CICCO,
PARROCO DON CIRO VILLA A RICORDO POSE
A.D. 11.2.2008


LA DEVOZIONE DI
GIUSEPPE ED ELISA FORTE
E FIGLI
A.D. 11.02.2008


LAVORI ESEGUITI DALLA
COMUNITA' MONTANA
"DEL VOLTURNO" VENAFRO
Anno 2006




 
Castel San Vincenzo

PER SAPERE DI PIÙ
Castel San Vincenzo
Comune di Castel San Vincenzo
San Eleuterio
San Francesco di Paola


 

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La parola tabernacolo (in latino Tabernaculum - diminutivo di Taberna dal significato di Dimora), nella tradizione ebraica e  cristiana significa il luogo della dimora di Dio presso gli uomini. Comunemente, nelle lingue moderne, con tabernacolo si intende una struttura a forma di scatola presente in tutte le chiese cattoliche e di altre confessioni cristiane nella quale sono conservate le ostie consacrate dopo la Celebrazione Eucaristica. Il termine tabernacolo è utilizzato anche come sinonimo per le edicole sacre o edicole votive (definite nel nord est d'Italia anche coi nomi di capitelli o santelle) che proteggono un'immagine sacra oggetto di culto, sia all'interno delle chiese, sia lungo le strade, sulle facciate delle case, o nelle campagne. (Da Wikipedia)

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